giovedì 23 febbraio 2012

TRE GRUPPI, TRE FIABE

Caro Lettore, 
ti consigliamo di leggere queste tre fiabe. A noi piacciono, e ci siamo anche divertiti molto a scriverle!


Dopo aver letto la fiaba del libro "La Spada Magica"  si sono formati 3 gruppi, ognuno col seguente compito:
Cambia l’antagonista e l’oggetto magico e scrivi una vicenda diversa sul quaderno.

NOTA: Le parti scritte in neretto sono quelle modificate rispetto all'originale.




GRUPPO N. 1
ALUNNI: Alessandro, Erika,  Gabriele M., Leonardo, Martina
L'ARCO DEL CORAGGIO

C’era una volta un giovane che si chiamava Alexander, era molto generoso e conosciuto da tutti per il suo coraggio.
Non era ricco: possedeva solo un cavallo.
Un giorno decise di andare per il mondo in cerca di una ragazza da sposare.
Montò a cavallo e partì.

Arrivò in un paese sconosciuto, dove tutti avevano la faccia triste e gli occhi rossi dal gran piangere.
Alexander chiese perché fossero così tristi.
– Bel giovane – risposero – questo è un paese sventurato. Un minotauro spaventoso e gigantesco ogni giorno si aggira per la foresta in cerca di qualche ragazza da mangiare. A mezzogiorno in punto esce dal suo territorio e tutti si rintanano nelle loro case. Oggi tocca alla figlia del re!
– Sarò io a uccidere lo spaventoso minotauro! – esclamò Alexander.
Il re, sentite quelle parole, gli disse:
- Tieni questo arco. Solo i coraggiosi sono in grado di usarlo, e tu mi sembri un giovane coraggioso.
Il ragazzo spronò il cavallo verso la foresta.
A mezzogiorno in punto arrivò la principessa Elisabeth che stava passeggiando e incuriosita si avvicinò a un albero viola dalle foglie fucsia e luccicanti.
La terra improvvisamente iniziò a tremare … stava arrivando il minotauro! Si avvicinò infuriato e affamato si lanciò sulla principessa allargando le sue gigantesche ali nere da pipistrello.
Alexander corse incontro al terribile minotauro puntando l'arco contro di lui ed estraendo una freccia infuocata dalla chioma dell'albero viola. Con una mira impeccabile lo colpì più volte.
Ci fu una lotta furibonda: il minotauro emetteva strani versi mentre cercava di afferrare in volo il ragazzo. Le frecce brillavano nell'aria e alla fine la creatura cadde a terra col corpo infuocato e in men che non si dica diventò cenere ed all'improvviso sparì.
Il minotauro era stato sconfitto e tutti tirarono un sospiro di sollievo esultando per la gioia.

Alexander sposò Elisabeth sotto l'albero viola e vissero a lungo felici e contenti.



GRUPPO N. 2
ALUNNI:  Jonathan, Gianluca, Alessia, Adam, Matteo F, Sebastian.
L'ARCO MAGICO

C’era una volta un giovane generoso.
Non era ricco: possedeva solo un cavallo.
Un giorno decise di andare per il mondo a cercare fortuna.
Montò a cavallo e partì.

Arrivò in un paese sconosciuto, dove tutti avevano la faccia triste e gli occhi rossi dal gran piangere.
Il giovane chiese perché fossero così tristi.
– Bel giovane – risposero – questo è un paese sventurato. Una gigantesca aquila con tre orribili teste si aggira tra le acque del fiume,  invisibile come un fantasma,  all'improvviso si materializza  come se uscisse da una fitta nebbia  e volando in picchiata,  a velocità supersonica, terrorizza  tutti gli abitanti del paese.  Ogni giorno,  a mezzogiorno in punto,  arriva in volo dal suo nido e mangia una ragazza. Oggi tocca alla figlia del re!
– Sarò io a uccidere l'aquila invisibile! – esclamò il giovane.
Il re, sentite quelle parole, gli disse:
- Tieni quest'arco magico e queste frecce che possono inseguire chiunque perché spargono una polvere magica che rende visibile  l’invisibile. Solo i coraggiosi sono in grado di usarlo, e tu mi sembri un giovane coraggioso.
Il giovane spronò il cavallo verso la riva del fiume.
A mezzogiorno in punto arrivò la principessa e si avvicinò alla riva.
L’acqua ribollì di schiuma e tre orribili teste invisibili sfiorarono le onde e si lanciarono sulla principessa.
Il giovane  vide la schiuma, corse incontro alla gigantesca aquila scagliando una potentissima freccia magica. L’aquila si materializzò.
Ci fu una lotta furibonda: l'aquila sfrecciò velocissima, ma la freccia magica seguì il gigantesco rapace senza dargli tregua sibilò nell’aria finché  zac, colpì la prima testa,  zac la seconda e zac la terza. Alla fine le tre teste caddero a terra una dopo l’altra.
L'aquila  era stata sconfitta e tutti tirarono un sospiro di sollievo.

Il giovane sposò la principessa e vissero a lungo felici e contenti.




GRUPPO N. 3
ALUNNI:  Dario, Marzia, Matteo S., Federico, Andrea
IL BASTACCEBOOMACCEFORCSPE


C’era una volta un giovane generoso.
Non era ricco: possedeva solo un cavallo.
Un giorno decise di andare per il mondo a cercare fortuna.
Montò a cavallo e partì.

Arrivò in un paese sconosciuto, dove tutti avevano la faccia triste e gli occhi rossi dal gran piangere.
Il giovane chiese perché fossero così tristi.
– Bel giovane – risposero – questo è un paese sventurato. Un coniglio assassino ad ogni luna piena, a mezzanotte in punto, esce dalla sua grotta e uccide una ragazza. Stanotte tocca alla figlia del re!
Dovete sapere che questo coniglio assassino era un terribile mostro gigantesco, aveva i denti da vampiro e così lunghi che toccavano addirittura il terreno; sapeva fare le magie più malvagie del mondo, anche peggio di quelle delle streghe; era velocissimo e aveva artigli tremendi, proprio come un ghepardo; inoltre, come un vampiro, aveva orribili e gigantesche ali nerissime,  quando volava si alzavano tornadi potentissimi. Era gigantesco come un Troll, ma aveva una testa sola. Inoltre la sua pelliccia, gialla con le macchie nere, era  soffice come quella del coniglio e del ghepardo.
– Sarò io a uccidere il coniglio assassino! – esclamò il giovane.
Il re, sentite quelle parole, gli disse:
- Tieni questo bastspeboomacceforcspe. Ha i poteri del BASTone magico e dello SPEcchio magico; come un BOOMerang torna sempre indietro dal suo padrone; i suo denti tagliano come ACCette e FORChe affilatissime,  e solo i coraggiosi sono in grado di usarlo. Tu mi sembri un giovane coraggioso, quindi sei l'uomo giusto!!
Il giovane spronò il cavallo verso la tana del coniglio mannaro impugnando saldamente il suo bastspeboomacceforcspe.
A mezzanotte in punto arrivò la principessa e si avvicinò alla grotta.
La terra tremò  e due orribili occhi luminosi emersero dalla grotta e si lanciarono verso la principessa.
Il giovane corse incontro al terribile mostro facendo ruotare il suo bastspeboomacceforcspe.
Ci fu una lotta furibonda: il coniglio mannaro ruggiva, il bastspeboomacceforcspe sibilava e brillava nell’aria e woom, zaz,  kabum….. alla fine colpì il coniglio assassino proprio nel cuore.
Il coniglio assassino cadde a terra, intorno  si scatenò un forte terremoto, segno che  era stato sconfitto. Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

Il giovane sposò la principessa e vissero a lungo felici e contenti.

11 commenti:

  1. Bellissime tutte e tre! Sono stupende e io non riesco davvero a decidere quale mi piace di più!

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  2. Ciao Tartarugola!
    Grazie del tuo commento. Da quello che hai scritto sembra che tu sia molto simpatica! Vorremmo proprio sapere chi sei e se Tartarugola è il tuo nome vero.

    Sebastian, Adam, Erika e Gabriele B

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  3. Forse abbiamo capito chi sei e non avrai più questa aria misteriosa.Leonardo

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  4. Ciao tartarugola, vorrei sapere il tuo vero nome ma,un po' di suspence va sempre bene. (Gianluca)

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  5. Sai, che sei molto simpatica?
    Il nome Tartarugola è molto carino però, non capiamo bene se è il tuo vero nome!
    MARTINA
    Sai una cosa? Io sto già pensando al tuo nome! Ma non sono tanto sicura di saperlo perchè ci sono tanti nomi Martina Simona Lara ecc.

    Marzia :););P:P TI SALUTIAMO!

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  6. Adesso non hai chance... e forse non è nemmeno il tuo vero nome Tartarugola, infatti vorremmo sapere chi sei

    Dario e Gianluca

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  7. Ciao bambini, Tartarugola è solo un soprannome perché mi piacciono tanto le tartarughe e vorrei averne una, io mi chiamo Angela e faccio la maestra (precaria), l'anno prossimo se lavorerò vi farò conoscere i bambini della mia classe :-)
    Siete molto simpatici anche voi

    Tarta :-)

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  8. Cari bambini, qualche tempo fa ho scritto una favola per il figlio di una mia amica che è appena nato e si chiama Stefano, la sua sorellina invece si chiama Sofia, ecco perché i protagonisti della mia storia si chiamano Sofia e Stefano, alla mia amica e a sua figlia la favola è molto piaciuta (Stefano è ancora troppo piccolo per dire la sua), per questo motivo la faccio leggere anche a voi

    C'era una volta in un regno molto lontano una principessa bellissima di nome Sofia, lei viveva nel castello con mamma e papà ed era tanto brava, buona e bella. Aveva un vissetto così carino che tutti s'innamoravano solo a vederla, aveva un carattere così gentile che non si poteva non volerle un gran bene ed era così ben educata che era la gioia di mamma e papà. Il re a la regina erano davvero felici della loro principessina e così decisero che sarebbe stato bello farle avere un fratellino o una sorellina, ecco perché ogni notte pregavano e si abbracciavano stretti sperando che il sogno diventasse realtà. Fu così, durante una di queste notti che la fata dei bambini li esaudì e mise nella pancia della regina un bel principino che diventasse compagno di giochi di Sofia e la difendesse da tutti.
    Sembrava tutto perfetto, ma, proprio in quei giorni di grande gioia una perfida strega malvagia vide Sofia e invidiosa della sua bellezza e di quanto era amata la rapì e la mise in una torre incantata fatta tutta di spine, questa torre era poi circondata da un fossato pieno di fiamme che ardevano perennemente e il fossato a sua volta era circondato da un impenetrabile bosco immerso nella nebbia.
    Il re e la regina quando a cena non videro arrivare la principessa Sofia subito si preoccuparono e la mandarono a cercare per tutto il palazzo e la città, ma nessuno la trovava, fu solo dopo tre giorni di ricerche che la malvagia strega si presentò a palazzo e disse "la principessa Sofia è perduta, io l'ho rapita, l'ho messa in un torre di spine, circondata da un fossato di fiamme a sua volta circondato da un bosco di nebbia e mai nessuno la potrà salvare!" e dette queste parole scomparve in una nuvola di fumo verde e puzzolente.
    Il re però non si arrese e disse che avrebbe dato in sposa sua figlia a colui che l'avrebbe salvata, fu così che tutti i principi iniziarono a cercare la bella Sofia, ma nessuno di loro fece ritorno e ben presto fu evidente che la principessa non avrebbe più corso e cantato per le stanze del castello.
    Il re e la regina erano disperati, la regina era così disperata che il principino nacque un po' in anticipo e un po' alla volta un velo nero di tristezza calò sul castello e nemmeno i risolini e gli urletti gioiosi del principino Stefano poterono nulla.

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  9. Quando il principino compì sette anni, mentre giocava per il castello si accorse che c'era una porta che non aveva mai aperto, siccome come tuti i bambini era curioso l'aprì e passò oltre per trovarsi in una stanza buia. Il principino Stefano, che non aveva paura di quasi niente allora corse fino alle finestre e scostò le tende, fu così che si trovò davanti una cameretta da bambina tutta piena di splendidi giocattoli e con attaccato alla parete un immenso quadro che ritraeva i suoi genitori abbracciati alla più bella bambina che potesse esistere. Stefano sentì che voleva un gran bene a quella bambina e subito corse dalla mamma a chiederle chi fosse, ma la mamma era ancora così triste per aver perso Sofia (anche se erano passati ormai sette lunghissimi anni) che non gli rispose e si chiuse in camera sua a piangere. Il principino non aveva mai visto la mamma piangere e rimase turbato, fu in quel momento che una vecchia serva lo vide e gli disse: "Vieni e ti racconterò tutto". Stefano andò e la serva gli disse della grande disgrazia che aveva colpito la sua amata sorella maggiore.
    Stefano disse subito: "Ma è terribile, io devo salvarla, anche se sono solo un bambino!"
    Allora la vecchia serva gli disse : "Metteresti anche a rischio la tua vita per riportare a casa tua sorella?"
    E Stefano rispose subito: "Per portare a casa mia sorella e far tornar il sorriso sulle labbra dei miei genitori io farei qualunque cosa"
    Allora la vecchia serva che in realtà era una fatina buona fece cadere l'incantesimo che la faceva apparire brutta e gobba e si manifestò in tutta la sua bellezza e gli disse
    :"Prendi questo, è un filtro magico che ti farà diventare adulto, ma solo per tre giorni, se in questo arco di tempo troverai tua sorella e la riporterai a palazzo tutto andrà bene e tornerai bambino, ma se fallirai morirai!".
    Stefano aveva un po' paura, ma ora che conosceva la verità non poteva lasciare sua sorella nell'orribile torre nemmeno per un altro attimo, così bevve tutta la pozione e divenne un bellissimo principe.
    Subito Stefano corse alle stalle e montò sul cavallo più veloce che c'era e si mise a galoppare verso oriente, dove sapeva si trovava il luogo incantato dove sua sorella era rinchiusa. Dopo un giorno e una notte di viaggio giunse in prossimità del bosco di nebbia e senza nemmeno riposare si gettò nel bosco. Bastarono pochi metri a fargli capire che doveva abbandonare il suo bel cavallo, allora lo lasciò e gli disse: "Torna a casa, fa sapere a mamma e papà che sto bene e che tornerò con Sofia, io farò anche senza di te". Quindi iniziò ad avanzare a fatica nell'intrico di rami e cespugli lasciando qua e là dei segni per ritrovare la strada del ritorno, ma dopo tutto un giorno non aveva ancora trovato la torre e così si mise a piangere: "Sorella mia, io volevo salvarti, ma mi son perso e ora moriremo entrambi!" fu allora che gli parve di udire un canto dolcissimo e si mise a seguirlo e seguirlo fino a giungere alla torre di spine circondata dal fossato di fiamme.

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  10. Stefano aveva tanta paura, ma sua sorella era di la dal fuoco e così si getto subito fra le fiamme, ma esse erano toppo calde e subito dovette tornare indietro, vide allora la bambina del ritratto che ora era diventata una bellissima signorina che si affacciava e gli diceva: "Bel principe, finalmente sei venuto a salvarmi, ma non correre rischi inutili, domattima arriveranno i miei amici uccellini e ti farò portare da me in volo. Infatti così accadde e il mattino successivo mille piccole zampette agganciarono Stefano per i capelli, le dita e i vestiti e lo trasportarono in volo sino alla finestra di Sofia facendogli saltare in un colpo solo sia il fossato in fiamme che la torre di spine, il che andò molto bene perché tempi stringevano. Subito Sofia lo corse ad abbracciare e gli chiese: "Come ti chiami bel principe?"
    :-Mi chiamo Stefano e sono tuo fratello", rispose lui, "so che dovrei essere più piccolo di te, ma una fatina buona mi ha dato un filtro magico per farmi crescere e venir a salvarti, presto andiamo che ho poco tempo, se non usciamo dal bosco entro la fine della notte io morirò e sento già che le forze mi stanno abbandonando" Detto questo chiese alla sorella di richiamare i suoi amici uccellini e di farli portare oltre il fossato di fiamme e così lei fece.
    Arrivati al bosco i due fratelli si misero a seguire i segni lasciati da Stefano a ritroso, ma presto si accorsero che i segni giravano in tondo perché nel corso della notte gli alberi si erano spostati, inoltre più trascorrevano le ore, più l'effetto del filtro veniva meno e Stefano diventava ad ogni istante più piccolo e più debole
    : "Sorella,", gli disse allora lui, "penso che morirò, ma sono felice di averti salvata!"
    Sofia non conosceva da molto Stefano, ma aveva subito capito che era buono e gentile e non voleva assolutamente che lui morisse, così se lo caricò in spalla e continuò a correre nel bosco incurante dei rami che le graffiavano le braccia ed il viso per arrivare fuori dal bosco e salvare il fratello. Fu proprio grazie al suo altruismo e al suo impegno che lei e Stefano riuscirono ad uscire dal bosco appena in tempo.
    Sofia aveva salvato Stefano, ma ora erano entrambi stremati per la fatica e il sonno e di certo non ce l'avrebbero fatta a raggiungere il castello se il bel cavallo di Stefano non avesse condotto sin li il re, la regina e tutta la corte. Vedendo i suoi due figli salvi la regina si mise a piangere di gioia e ad abbracciarli, mente il re disse solo: "Beh, immagino proprio che non li si possa far sposare, sono fratello e sorella!" ma nonostante questo vissero tutti felici e contenti perché nelle famiglie dove c'è amore c'è sempre un lieto fine.

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    1. Cara Angela ci è piaciuta molto la tua fiaba e speriamo che il prossimo anno ne manderai un'altra!
      AUTORI:Erika,Martina,Matteo.

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